La Nazionale Italiana si prepara per l’Euro 2024: riflessioni e strategie di Spalletti
La Nazionale italiana è pronta a scendere in campo per l’ultimo test amichevole prima del tanto atteso inizio dell’Euro 2024. A una settimana dalla sfida inaugurale contro l’Albania, il CT Luciano Spalletti, in conferenza stampa, ha condiviso le sue riflessioni e strategie, parlando delle condizioni dei giocatori e delle aspettative per il torneo.
La condizione dei giocatori e le scelte di formazione
Spalletti ha iniziato parlando delle condizioni di Nicolò Barella, esprimendo ottimismo: “È stato sempre tutto sotto controllo”, ha dichiarato, aggiungendo che nonostante un affaticamento, Barella non sarà considerato per la partita contro la Bosnia, ma si prevede che sarà in campo contro l’Albania. Un discorso simile vale per Alex Meret.Per quanto riguarda la formazione per la partita contro la Bosnia, Spalletti ha annunciato che in attacco giocherà Scamacca, con Buongiorno titolare. Ha anche parlato della pressione che comporta rappresentare l’Italia in un torneo così importante, sottolineando l’obbligo di “puntare in alto”.
Le aspettative per l’Euro 2024
Nonostante l’alta posta in gioco, Spalletti ha voluto moderare le aspettative: “Non dobbiamo dire a questi ragazzi che l’unica cosa possibile è vincere l’Europeo”, ha detto, ricordando la ferita ancora aperta della mancata qualificazione al Mondiale. Il suo obiettivo è quello di crescere durante il torneo, partendo da un passato difficile.
La maglia numero 10 e l’interpretazione di Fagioli
Spalletti ha anche parlato della decisione di assegnare la maglia numero 10 a Lorenzo Pellegrini, lodando le sue abilità: “È fatto di quella pasta lì, sa galleggiare, sa calciare punizioni e rigori”, ha detto, sottolineando la sua postura e la sua capacità di calciare la palla con precisione. L’alternativa era Barella, di cui Spalletti ha lodato l’energia e la forza.Infine, ha discusso la possibilità che Fagioli trovi spazio nella partita contro la Bosnia, affermando che giocherà insieme a Jorginho, poiché è rimasto colpito dalla sua interpretazione in campo.